GATTI, GRAVIDANZA E TOXOPLASMOSI
FACCIAMO CHIAREZZA
Sono in gravidanza, debbo portare il gatto in un'altra casa?
Aspetto un bimbo, posso accarezzare il gatto?
Sto programmando una gravidanza, posso stare tranquilla con un gatto in casa?
Sono le domande che più spesso ci sentiamo fare da future mamme a volte anche a causa di ginecologi poco informati che fanno un po' troppo terrorismo e, spesso, consigliano di “mettere alla porta” il gatto.
Anche se il consiglio sarebbe quello di “mettere alla porta il ginecologo”, sarebbe meglio fare prima un po' di chiarezza
Certamente la gravidanza è un momento delicato e importante per ogni futura mamma, e la salute del bambino è una priorità assoluta per cui ogni donna che intenda intraprendere una gravidanza, deve sempre accertarsi, tramite esami del sangue specifici, d’essere o meno venuta a contatto con il Toxoplasma: quelle che hanno già contratto l’infezione possiedono gli anticorpi e sono immuni a successive infezioni e così il feto e quindi non corrono nessun pericolo. Il discorso è però diverso per coloro che, sieronegative, corrono il rischio d’infettarsi per la prima volta durante la gravidanza.
Di che malattia si tratta?
La toxoplasmosi è una zoonosi, vale a dire una malattia trasmissibile all’uomo, causata da un protozoo intestinale dei felini, il Toxoplasma gondii che può essere trasmesso all’uomo, come vedremo poi, anche attraverso il contatto con le feci di gatti infetti. Il gatto svolge cioè un ruolo nella diffusione di questa malattia nell’ambiente; ma un ruolo marginale nella trasmissione all'uomo.
Come la può prendere un gatto?
Il gatto si infetta mangiando carne cruda, topi, feci d'altri gatti positivi o leccando terriccio contaminato per cui, se vive in casa, la possibilità che contragga la toxoplasmosi è quasi nulla.
Se invece vive all'aperto, il gatto, ammesso che sia contaminato, elimina le oocisti (delle sorta di uova) solo per 2-3 settimane ed una sola volta nella vita ed una volta immunizzatosi, non potrà più contrarre la malattia ed “infettare” altri gatti o persone.
Come faccio a sapere se il mio gatto è infetto?
Basta effettuare un esame delle feci ed un test sierologico specifico che permette di valutare se l'animale è eliminatore di oocisti od è entrato di recente a contatto con il parassita. Nel caso, esistono farmaci che eliminano il parassita dall'intestino del gatto.
Noi come la possiamo contrarre?
Attraverso le oocisti espulse dalle feci del gatto. (vedi anche figura) Queste hanno però bisogno di 3-5 giorni di esposizione all'aria e di rimanere ad una certa temperatura ed umidità per divenire infettanti. Chiariamo inoltre che questa malattia può interessare sia l'uomo che la donna.
Come si previene?
Anche in questo caso, la cosa più importante non è ignorare il problema (o allontanare il gatto) ma prevenirlo: la causa principale del contagio non è la convivenza con il gatto, bensì le scarse o poco attente condizioni igieniche
Ø Cuocere bene la carne.
Ø Non mangiare insaccati freschi o poco stagionati.
Ø Non bere latte non pastorizzato.
Ø Lavare bene frutta e verdura o cuocerla.
Ø Indossare i guanti durante il giardinaggio.
Ø Lavarsi bene le mani dopo ogni contatto con terra, carne cruda, verdure.
Ø Evitare di bere acqua d’incerta provenienza.
Ø Far pulire la lettiera ad un’altra persona; se proprio si deve fare, indossare guanti e mascherina lavandosi molto bene le mani ad operazione terminata
Ø Cambiare la lettiera di frequente per evitare lo sviluppo di oocisti eventualmente presenti
Ø Evitare i gatti randagi e non far uscire i propri gatti
Ø Non prendere un gatto nuovo proprio mentre si è in gravidanza.
Nel gatto cosa provoca?
La maggior parte delle volte l'infezione è asintomatica ma in soggetti giovani o immunodepressi può causare febbre, anoressia, letargia, vomito, diarrea, sintomi neurologici o respiratori.
Quali sono i sintomi nella donna e nell'uomo?
In generale, la maggior parte delle volte, il decorso è asintomatico e solo in sporadici casi si può avere una sintomatologia parainfluenzale. Nelle donne in gravidanza può invece causare malformazioni fetali (danni neurologici permanenti, epilessia, idrocefalo, insufficienza epatica) o aborto. Le probabilità di trasmissione al feto aumentano con l’avanzare della gravidanza, ma la gravità è tanto maggiore quanto più precoce è l’infezione.
I vostri dottori Pierfrancesco ed Elisabetta
Dott. Pierfrancesco Bo dvm, spcaa, Accreditato Fnovi piccoli mammiferi esotici
Dott. Elisabetta Dora Genocchi dvm, MAster 2° livello Medicina Comportamentale
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